Giuseppe Leone (Ragusa, 24 dicembre 1936 – Ragusa, 17 aprile 2024) è stato uno dei più grandi fotografi italiani, noto soprattutto per aver raccontato la Sicilia nei suoi paesaggi, nei costumi e nella trasformazione sociale dal secondo dopoguerra fino ai nostri giorni. La sua produzione conta oltre 60 libri fotografici e numerose mostre in Italia e all’estero.
Il suo stile era prevalentemente in bianco e nero, perché secondo Leone “il bianco e nero è l’interpretazione della natura e delle sue trasformazioni, il colpo d'occhio che scarica da ogni orpello un'immagine per dare senso a quello che è l'essenza di ciò che vedi”. Leone ha immortalato non solo la vita quotidiana, ma anche i mestieri, le tradizioni e le trasformazioni della Sicilia, con uno sguardo antropologico e naturalistico. Le sue fotografie di pescatori, paesaggi rurali, centri storici siciliani e personaggi della cultura italiana sono diventate icone.
Nel suo percorso ha collaborato con intellettuali e scrittori come Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Vincenzo Consolo e molti altri che hanno firmato testi nei suoi libri fotografici. Emblematica è la famosa foto del 1983 che ritrae insieme Sciascia, Consolo e Bufalino, divenuta simbolo della letteratura siciliana di provincia ma di levatura europea.
Leone era conosciuto per la sua generosità d’animo e il suo umorismo, oltre che per la sua capacità di immortalare “epifanie” della vita siciliana con grande poesia visiva, quasi magica. Nel suo studio di Ragusa sono conservati quasi mezzo milione di scatti, testimonianza di settant’anni di attività che hanno raccontato il radicale cambiamento del paesaggio e del costume della Sicilia.